La formazione del mondo greco.
Verso il 2000 a.C., mentre fioriva la civilt� cretese, alcune popolazioni indoeuropee invasero a pi� riprese la penisola greca.
Gli Achei, un popolo guerriero, fondarono alcune citt� fortificate, la pi� importante delle quali fu Micene. Nel giro di pochi secoli la politica di espansione militare port� gli Achei a sottomettere tutta la penisola greca, le isole dell'Egeo e Creta, dalla cui civilt� furono fortemente influenzati.
Attorno al XIII secolo un'importante guerra, dovuta forse a motivi di concorrenza commerciale, si accese tra gli Achei e Troia, citt� dell'Asia Minore; tale guerra fu cantata dal poeta greco Omero nell'Iliade. Le difficolt� legate al controllo dei territori conquistati e l'invasione di un nuovo popolo proveniente dalle montagne della Macedonia, i Dori, posero fine alla civilt� micenea.
Verso il 2000 a.C., infatti, mentre gli Achei invadevano la penisola greca, i Dori si fermavano pi� a nord, nella regione della Macedonia e dell'Epiro.
Pi� tardi per�, nel XII secolo a.C., sotto la spinta di nuove popolazioni, i Dori penetrarano in territorio greco nel momento in cui la civilt� micenea cominciava a decadere e occuparono gran parte del Peloponneso, molte isole dell'Egeo e la stessa Creta. Una volta che si furono stanziate definitivamente nelle diverse regioni della Grecia, le stirpi greche crearono citt�-stato del tutto indipendenti l'una dall'altra, governate, come quelle achee, da un re, che era anche capo dell'esercito e godeva di particolari privilegi. Gi� verso l'VIII secolo a.C., per�, una classe di nobili guerrieri divenne, attraverso il controllo di larga parte del territorio greco, la classe dominante e si sostitu� al re nella guida delle citt�.
Sulla via di una grande Grecia
Una crisi dell'agricoltura provoc� attorno all'VIII secolo a.C. una vasta emigrazione di contadini prima verso le coste settentrionali dell'Egeo, poi verso quelle del Mar Nero e dell'Italia meridionale. Nacquero cos� le colonie greche, che divennero ben presto importanti centri commerciali, collegati con le citt�-stato da cui provenivano i coloni.
L'evoluzione politica della citt�-stato, intanto, progrediva. Accanto alla classe dei nobili si form� una classe di ricchi mercanti che cominci� a prendere parte al governo della citt�, collaborando con gli aristocratici. Si crearono cos� governi oligarchici; per meglio governare le citt�-stato si redassero leggi scritte che stabilivano i diritti e i doveri dei cittadini. Cos� nacquero le costituzioni di Sparta e Atene, le due pi� importanti poleis della Grecia. Sparta, dominata da un'oligarchia potentissima militarmente, sottomise fra l'VIII e il VI secolo a.C. quasi tutto il Peloponneso e form� in seguito con le citt� sottomesse la lega peloponnesiaca.
Atene, del tutto diversa, anzich� nelle conquiste territoriali, si impegn� nel raggiungimento di una solida democrazia interna.
L'arconte Solone diede ad Atene una costituzione basata sulla divisione della popolazione in classi secondo la ricchezza, permettendo cos� la partecipazione al governo anche dei non nobili. La lotta tra le classi sociali favor� il sorgere della tirannia di Pisistrato, ma in seguito il governo di Atene pass� nelle mani di Clistene, la cui costituzione segn� la nascita della democrazia: ora tutti i cittadini avevano uguali diritti e tutti, anche i pi� poveri, potevano partecipare al governo della citt�.
Mentre Atene e Sparta s'imponevano sulle altre citt� della Grecia, i re persiani continuavano una fortunata politica d'espansione territoriale che li port� a sottomettere anche colonie greche dell'Asia Minore. Quando queste si ribellarono e chiesero aiuto alla madrepatria, i Greci furono coinvolti in una guerra contro il potente impero persiano. Dopo un primo tentativo di invasione fallito, il re Dario port�, via mare, un enorme esercito contro la Grecia, ma a Maratona, nel 490 a.C., fu sconfitto clamorosamente. I Persiani dieci anni dopo, guidati da Serse, compivano una nuova grande spedizione contro la Grecia. Sconfitto alle Termopili l'eroico spartano Leonida, i Persiani dilagarono fino ad Atene, che fu incendiata.
Ma la flotta ateniese distrusse nelle acque di Salamina l'immensa flotta persiana e Serse dovette ritirarsi. L'anno dopo, nel 479 a.C., l'esercito persiano, che si era ritirato in Tessaglia, marci� nuovamente contro Atene, ma a Platea fu definitivamente sconfitto dai Greci, che riuscirono poi a liberare dal giogo persiano anche alcune colonie dell'Asia Minore. La minaccia che da 14 anni gravava sulla Grecia era completamente allontanata.
La vittoria contro i Persiani aveva aumentato enormemente il prestigio di Atene in tutta la Grecia. La democrazia ateniese ricevette nuovo impulso rinnovatore da Pericle, che trasfer� alle classi popolari anche i poteri che erano rimasti nelle mani degli aristocratici. D'altro canto anche Sparta, che invece era sempre guidata da un'oligarchia, aveva accresciuto il suo prestigio militare. Nel 478 a.C. Atene costitu� una lega con le colonie greche dell'Asia Minore che la port� presto a controllare tutti i traffici dell'Egeo e ad accumulare grandi ricchezze. La potenza di Atene non poteva non allarmare l'aristocratica Sparta, stretta anch'essa in una lega con le altre citt� del Peloponneso, e ad un certo punto l'urto divenne inevitabile: nel 431 la guerra divamp� nella penisola greca. Atene assediata fu colpita da una gravissima pestilenza, che uccise lo stesso Pericle. Dopo un lungo periodo di alterne vicende le due citt� giunsero a un compromesso e firmarono la pace di Nicia (421 a.C.). La guerra riprese con una spedizione militare ateniese contro Siracusa, in Sicilia, citt� alleata di Sparta. Anche grazie al fallimento della spedizione ateniese, Sparta, alleatasi con i Persiani, riusc� a sconfiggere Atene, sia per terra che per mare (405-404 a.C.).
La lunga guerra aveva per� indebolito la stessa Sparta, che venne prima in urto con i Persiani, poi con Tebe, che era emersa fra le altre citt� greche.
A Leuttra l'esercito spartano fu annientato. Cos� le citt� greche, che unite avevano reso invincibile il loro paese, ne distrussero la forza lottando tra di loro per il predominio.
Let� di Alessandro Magno
L'unificazione della Grecia, che non era riuscita n� ad Atene n� a Sparta, riusc� ai Macedoni, un popolo greco per origina e lingua, ma che aveva costumi e istituzioni diversi da quelli dei Greci. Nel 359 a.C. divenne re di Macedonia Filippo II, il quale, dopo aver riorganizzato l'esercito, decise di invadere la Grecia e a Cheronea, nel 338 a.C., trionf� contro Ateniesi e Tebani. Costitu� in seguito tra le citt� greche, Sparta esclusa, la lega di Corinto, di cui egli assunse il controllo. Alla morte di Filippo, ucciso in un attentato, sal� al trono il figlio Alessandro, non ancora ventenne. Dimostrate le sue eccezionali doti di condottiero nel domare una rivolta delle citt� greche, egli decise di sottomettere la Persia. Messo in fuga il re persiano Dario III, Alessandro si diresse verso est, conquist� Tiro in Fenicia, la Palestina e infine l'Egitto, dove fond� Alessandria. Ritornato sui suoi passi, in Mesopotamia sconfisse nuovamente i Persiani e giunse attraverso la Persia sino all'India. In seguito a questa sconfitta, Dario III fu ucciso da un sicario e Alessandro divenne anche re di Persia.
Un immenso impero era stato creato e Alessandro si adoper� perch� tutti i popoli sottomessi, e soprattutto i Greco-Macedoni e i Persiani, si fondessero in uno solo. La morte lo sorprese nel 323 a.C. ancora giovanissimo e il suo vastissimo impero non gli sopravvisse. Esso fu diviso in tre regni: il regno di Macedonia, il regno dei Seleucidi e il regno dei Tolomei D'Egitto. Nella capitale di quest'ultimo regno, Alessandria, giungevano da ogni parte dell'Europa e dell'Asia scienziati e artisti di grande valore.
Il Regno dei Seleucidi, che comprendeva le terre d'Asia, fu il primo a disgregarsi, ma ebbe il merito di diffondere in Asia la cultura e l'arte greche. Attraverso varie vicende per� tutti e tre i regni nati dall'impero di Alessandro finirono, in tempi diversi, per cadere in possesso dei Romani.
La grandezza della civilta' greca
� dal piccolo paese della Grecia che noi possiamo dire abbia avuto inizio la nostra civilt�. Per tutti i popoli occidentali essa fu una costante fonte di ispirazione e un modello tante volte imitato e tuttavia irripetibile.
L'arte, la poesia, il pensiero nati in quella piccola penisola si diffusero rapidamente nel Mediterraneo con il movimento di colonizzazione; la civilt� greca fu poi portata da Alessandro Magno in tutto l'Oriente antico, dove si fuse con quelle locali creandone una nuova: la civilt� ellenistica.
Dalla Grecia ci � venuto il primo messaggio di uguaglianza fra i cittadini. La democrazia greca, che fu il capolavoro politico degli Ateniesi e che � alla base della struttura dello Stato moderno, si espresse nella partecipazione di tutti i cittadini alla vita della polis.
Per l'armonia delle proporzioni, per l'equilibrio e la serenit� che essa emana, per il senso della misura tra ispirazione fantastica e realt�, l'arte figurativa greca � una delle espressioni pi� alte del genio ellenico. L'architettura religiosa, che prima del VII secolo a.C. si esprime in modesti tempietti costruiti in legno, in pietra tenera e argilla, trova il suo centro ideale nell'Atene dell'et� di Pericle; qui, sull'acropoli, sorsero i maggiori templi in onore degli dei, come il PARTENONE, in stile dorico, dedicato ad Atena, protettrice della citt�, e l'ERETTEO, in stile ionico, dedicato a Poseidone e Atena.
La scultura greca prese come soggetto l'uomo e rivest� di caratteri umani anche gli dei, creando immagini di bellezza ideali. Fra gli scultori, grande fama ebbe presso gli antichi FIDIA, amico di Pericle, autore della grandiosa statua di Atena in oro e avorio collocata nel Partenone.
Oltre alle divinit�, gli scultori greci fissarono nel marmo e nel bronzo gli atleti protagonisti dei giochi olimpici. Celebri nella raffigurazione di questi atleti furono MIRONE, di cui ci resta una copia del famoso "lanciatore del disco" (discobolo), e POLICLETO.
Quanto alla pittura, a parte ci� che ci offre la stupenda ceramica greca, nulla ci � rimasto all'infuori delle accurate descrizioni lasciate dagli scrittori, soprattutto dallo storico Pausania.
Per quanto esistano composizioni poetiche di altri popoli antichi e lontani dalla civilt� greca, noi possiamo dire che, per la nostra civilt�, la poesia � nata in Grecia. Forse il pi� grande lirico greco, l'unico della cui opera ci sia rimasto qualcosa di pi� che qualche frammento, fu PINDARO, vissuto tra il VI e il V secolo a.C., che nelle sue odi esalt� i vincitori delle Olimpiadi nelle quali l'agonismo disinteressato esaltava l'unione tra le genti greche.
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I Greci furono i primi che cercarono di risolvere con la ragione, al di fuori della fede religiosa, i problemi fondamentali della conoscenza. Filosofia in greco significa amore del sapere, della conoscenza. I due filosofi greci che ebbero maggior influenza sul pensiero occidentale, furono PLATONE, vissuto tra il V e il IV secolo a.C., e ARISTOTELE, vissuto nel IV secolo a.C. Oltre alla filosofia, il mondo civile deve ai Greci contributi fondamentali al progresso del sapere specificatamente scientifico. Essi studiarono la matematica e la geometria (con PITAGORA e EUCLIDE), la fisica (con ARCHIMEDE e ARISTOTELE), la medicina (con IPPOCRATE e GALENO), la geografia (con STRABONE), e approfondirono lo studio delle scienze naturali e dell'astronomia.
Il teatro greco giunse a perfezione nel V secolo a.C., quando i maggiori poeti autori di tragedia, ESCHILO, SOFOCLE ed EURIPIDE, scrissero alcune delle pi� splendide opere di teatro di tutti i tempi. Nella commedia, sviluppatasi un po' pi� tardi, primeggi� ARISTOFANE.
Nel secolo d'oro della civilt� greca anche la storiografia si arricch� di opere che ancor oggi costituiscono un modello difficilmente superabile. Massimi storici furono ERODOTO, un greco dell'Asia Minore, che scrisse la storia delle guerre persiane, ornandola di elementi leggendari e anche di costume, e TUCIDIDE di Atene, il pi� grande storico dell'antichit�, che narr� con grande precisione e obiettivit� le vicende della guerra del Peloponneso.
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